Reiki Sistema Usui

I tre Livelli di Reiki

L'Ideogramma di Reiki

Mikao Usui

I Principi di Reiki

Le Origini di Reiki

I Trattamenti

I Sette Chakras

Le ghiandole endocrine

I Cinque Organi

Femminile e Maschile

I Seminari

Calendario Seminari

Iscrizioni

Come Arrivare

Le Vergogne del Reiki

Legislazione

Sperimentazione

Links

Altri Argomenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai ad inizio pagina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai ad inizio pagina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai ad inizio pagina

Le Origini di Reiki ................

 

Dal racconto di Hawayo Takata emergono diverse informazioni su quelle che potrebbero essere le origini, le filosofie, che sono alla base di Reiki: Mikao Usui, un monaco Cristiano, Giapponese, che studia il Cinese, dimora nei templi Buddhisti e Zen ed alla fine scopre il segreto di Reiki negli antichi Sutra scritti in Sanscrito, antica lingua Indiana.

Analizzando più da vicino le filosofie e le religioni che si sono sviluppate in Giappone, Cina ed India, non tralasciando il cristianesimo, notiamo che, nonostante molte differenze, c'è qualcosa che le accomuna ............ scopriamolo ...............

L'Induismo

 

L'induismo non può essere considerato solo una filosofia e nemmeno una religione ben definita bensì un insieme di comportamenti sociali e religiosi stabiliti da una tradizione millenaria che trova fondamento nel Sanatana Dharma - legge/verità/religione eterna - codificata nei Veda. L'induismo è composto di innumerevoli culti e sistemi filosofici nonché di innumerevoli divinità: diverse metodiche di culto a seconda delle zone in cui esso è praticato che rispecchiano la complessità razziale, geografica e linguistica del vasto subcontinente indiano.

La storia dell'Induismo più antico viene suddivisa in due fasi: la fase vedica (ca. 1500 - 900 a.e.v.), caratterizzata dalla pratica dei sacrifici e dal culto di un numero molto elevato di divinità , e la fase post-vedica o brahmanica (ca. 900 - 400 a.e.v.), in cui sia il sacrificio, sia molte delle divinità vediche perdono importanza, e compare il dio creatore Prajapati (identificato con il Brahman, l'assoluto).

L'insieme dei vari movimenti religiosi facenti parte dell'Induismo sono accomunati da alcuni principi fondamentali che sono:

Il ciclo della rinascita (Samsara): ovvero alla morte, ogni creatura rinasce in un altro corpo, vegetale, animale, o umano. Il susseguirsi delle rinascite, è visto come un "dramma" dal quale si desidera liberarsi con l'aiuto di determinate tecniche, come la meditazione e lo yoga. La liberazione - o moksha - consiste nella scoperta dell'identità del nucleo più profondo di sé, chiamato Atman, con il Brahman , che è l'assoluto , l'Uno indivisibile che pervade tutto l'universo.

Il rispetto della vita : considerato che l'anima dell'individuo può rinascere anche in forme animali e vegetali ne consegue che gli induisti manifestano un grande rispetto per ogni tipo di essere vivente (ad esempio, molti di essi sono vegetariani).

Il karma ("azione"): in base a questo concetto, la condizione in cui un determinato individuo nasce nella vita successiva dipende dalle azioni che ha compiuto in quella precedente. In altre parole, ogni azione che l'individuo compie nella vita attuale avrà delle ripercussioni nelle sue vite future.

Il fulcro del pensiero induista è basato sul concetto di "karma" e "dharma".
Il Karma indica il susseguirsi delle azioni in vita che, se saranno buone, incarnazione dopo incarnazione condurranno al congiungimento con l'Essere Supremo. Il Dharma indica il dovere, la virtù; le leggi che regolano la società, le caste, i rapporti di ogni individuo con gli altri ma anche la legge interiore dell'individuo e quindi il dovere personale di seguire quello che è la nostra vera natura, la nostra vera essenza.

Il fondamento del messaggio induista è l'idea che tutte le cose e gli eventi che sono attorno a noi non siano altro che le diverse manifestazioni della stessa realtà, la quale realtà è appunto chiamata Brahman, l'essenza di tutte le cose.

La manifestazione di Brahman nell'anima umana è chiamata Atman e l'idea che Atman e Brahman, la realtà individuale e la realtà ultima, siano una sola cosa è l'essenza delle Upanisad.

L'Induismo non ha un fondatore di riferimento, un sistema teologico specifico, ma si basa su antichi testi sacri chiamati Veda.

I Veda costituiscono le fonti spirituali dell'Induismo, sono antiche scritture redatte da anonimi saggi, i cosiddetti "veggenti" vedici, e si suddividono in quattro libri: Veda degli inni, Veda delle melodie, Veda delle formule sacrificali, Veda delle formule magiche.
Ognuno dei quattro Veda è ordinato in quattro diversi livelli, che sono:

le Samhita , raccolta di inni;

i Brahmana , commenti liturgici in prosa;

le Upanishad , una sorta di commento filosofico dei Veda, l'essenza del messaggio spirituale dell'Induismo;

gli Aranyaka, o libri "della foresta".

 

ruotaindu

Testi sacri sono anche:

il Mahabharata che è un vasto poema composto di 18 libri in cui si trova il codice guerriero e alcuni presupposti filosofici e religiosi dell'Induismo (in particolare il Bhagavad-gita è un poemetto che affronta alcune questioni morali fondamentali e la fede personale in una divinità salvatrice, Krishna/Vishnu);

il Ramayana che narra le vicende di un eroe (in seguito identificato con il dio Vishnu) costretto a combattere una guerra con il demoniaco re di Lanka (Ceylon) per riprendere la sposa rapita;

i Purana che sono 36 raccolte di miti e leggende, biografie e insegnamenti filosofici che costituiscono una sorta di enciclopedia dell'Induismo.

Il tema fondamentale ricorrente in tutta la mitologia indù è la creazione del mondo mediante il sacrificio che Dio fa di sè stesso, "sacrificio" nel senso originale della parola ovvero "rendersi sacro", per mezzo del quale Dio diviene il mondo che alla fine ridiventa Dio. Questa attività creativa del Divino è chiamata Lilà, il gioco di Dio, ed il mondo è considerato lo scenario nel quale si svolge il gioco divino.

Brahman è il grande mago che si trasforma nel mondo con la sua "magica potenza creativa" che è il significato originario di maya che è uno dei termini più importanti della filosofia indiana che attraverso i secoli ha mutato il suo significato da potere o potenza dell'attore e mago divino sino a significare lo stato psicologico di chiunque si trovi sotto l'incantesimo di questo gioco magico.

Il Buddhismo

Il Buddhismo ha dominato gran parte dell'Asia in particolar modo il Nepal, il Tibet, la Cina, la Corea e il Giappone. Come è accaduto per l'Induismo in India, il Buddhismo ha avuto una fortissima influenza sullo sviluppo culturale, artistico ed intellettuale di tutti i paesi in cui è stato praticato e non può essere considerato solo una religione ma è un modo di vivere.

Il suo fondatore, Siddhartha Gautama, comunemente conosciuto come "Il Buddha" visse in India nella metà del sesto secolo avanti Cristo: egli si occupò unicamente della condizione umana, delle sofferenze e delle frustrazioni degli esseri umani per cui la sua dottrina è similare ad una psicoterapia. Egli individuò le origini delle frustrazioni umane e indicò il modo per superarle facendo suoi i concetti indiani di maya, karman, nirvana ecc.

L'intelletto è visto dai Buddhisti come un mezzo per aprire la strada all'esperienza mistica diretta che chiamano "risveglio": andare al di là del mondo degli opposti per raggiungere il mondo dell'a-cintya, l'indispensabile, dove la realtà si manifesta come "essenza assoluta" indivisa e indifferenziata.

Il Buddha, dopo aver raggiunto l'illuminazione (Buddha significa "Il Risvegliato"), espose le Quattro Nobili Verità, punti focali del Buddhismo:

la Prima Nobile Verità indica la condizone umana che è frustrazione e dolore derivanti dalla precarietà della vita. Secondo il Buddhismo la sofferenza nasce ogni qualvota ci si oppone al fluire e al mutare della natura, quindi della vita, e ci si attacca strettamente a forme fisse (maya) siano esse cose, persone o idee;

la Seconda Nobile Verità indica la causa della sofferenza e del dolore che è il desiderio; sia il desiderio di divenire sia quello di estinguersi. Il disagio basato sull'ignoranza che si perpetua nel ciclo del Samsara;

la Terza Nobile Verità afferma che è possibile porre fine alla sofferenza e liberarsi dalla schiavità del karman e raggiungere il nirvana. Nello stato del nirvana scompare la falsa immagine di un sè separato e si raggiunge l'unicità. La Guarigione consiste nello spegnimento del dolore che consiste nello spegnimento del desiderio.

la Quarta Nobile Verità consiste nelle indicazioni del Buddha per eliminare le sofferenze mediante l'Ottuplice Sentiero dell'autoperfezionamento che porta alla Buddhità (giusta visione o corretta comprensione).

buddhatiene

In breve, il Buddhismo afferma che la nostra natura originaria è quella del Buddha illuminato, realtà che in seguito noi abbiamo dimenticato e si deve solo avere una forte fede nella propria originaria natura di Buddha per entrare nel Nirvana.

La concezione buddhistica della rinascita (ciclo del Samsara) non è da confondersi con quella induistica della trasmigrazione delle anime. Nel samsâra buddhistico non c'è nulla che trasmigra, che si trasferisce di corpo in corpo. Esistono delle onde di vita, tanti desideri non estinti, che costituiscono altrettante forze aggreganti degli elementi psico-fisici e che si manifestano qui come uomo, là come animale, altrove come demone. Queste onde, queste correnti di elementi semplici, che continuamente s'aggregano e si disgregano, obbediscono alla legge della causalità morale, al karman.

La dottrina del Buddha fu tramandata oralmente per più di cinquecento anni e venne per la prima volta trascritta nell'isola di Ceylon in lingua Pali da cui il nome di Canone Pali che è la base della scuola ortodossa Hinayana (o Piccolo Veicolo) che segue alla lettera l'insegnamento del Buddha. La scuola Mahayana (o Grande Veicolo) più flessibile, invece, si basa sui sutra, testi sacri che furono scritti in sanscrito uno o due secoli dopo.

Nel Buddhismo Mahayana la natura essenziale di tutte le cose è chiamata Dharmakaya "il corpo dell'essere". E' molto simile al concetto Indù del Brahman. Esso pervade tutte le cose materiali dell'universo e si riflette anche nella mente umana: è quindi spirituale e materiale al tempo stesso.

Il sutra più importante è l'Avatamsaka-sutra nel quale il tema centrale è l'unità e l'interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi. Ciascun sutra contiene un sermone dell’Illuminato, sia che questi l’abbia realmente tenuto, sia che lo scrittore l’abbia udito in visione, mentre era in uno stato di raccoglimento in se stesso.

Le "scritture" buddhiste si dividono in tre gruppi:

  • i "Discorsi" (Sutra), in cui si ritiene siano conservate le parole autentiche del Buddha;
  • gli scritti sulla vita monastica (Vinaya);
  • i trattati dogmatici o di "Dottrina Astratta" (Abbidhamma).

Data la molteplicità delle lingue parlate in India, gli scritti buddhisti sono redatti in lingue differenti. La loro diffusione fuori dell’India ebbe come conseguenza un enorme lavoro di traduzione. Su tutte emerge, per la sua mole, la raccolta cinese.

Il Pensiero Cinese

Il Buddhismo giunse in Cina intorno al primo secolo dopo Cristo e qui trovò una cultura radicata da più di duemila anni. La più importante scuola di Buddhismo in Cina fu Hua-yen (in sanscrito Avatamsaka). Il pragmatismo cinese rispose all'influsso del Buddhismo indiano privilegiandone l'aspetto più pratico e pertanto si sviluppò anche una particolare disciplina spirituale che fu chiamata Ch'an che significa semplicemente "meditazione".

Siccome i Cinesi erano gente pratica, tutte le scuole di filosofia si interessavano ai rapporti umani, ai problemi sociali, ai valori morali e del governo. Oltre a questo esisteva un lato più mistico che prevedeva come scopo più alto della filosofia il trascendere il mondo della società e della vita quotidiana per arrivare ad un livello di consapevolezza superiore che era quello del Saggio, l'uomo cinese illuminato.

I Cinesi credevano che flusso e mutamento fossero le caratteristiche essenziali della natura e che in detti mutamenti ci fossero degli schemi costanti osservabili dall'uomo: il Saggio riconosce questi schemi e regola il proprio agire in conformità con essi in questo modo egli vive in armonia con la natura e riesce in tutto ciò che intraprende. Essi, come gli Indiani, erano convinti che esistesse una realtà ultima, soggiacente alle molteplicità delle cose e degli eventi.

Nel sesto secolo avanti Cristo questa filosofia diede origine a due scuole distinte: il Confucianesimo ed il Taoismo che vennero poi profondamente influenzate entrambe dal Buddhismo. La prima si occupava soprattutto dell'organizzazione sociale, la seconda si basava sul riacquistare la primordiale spontaneità e sul seguire i ritmi della natura

Citazione

"Quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito". (Proverbio cinese)

Il Confucianesimo

Il Confucianesimo trae il suo nome da K'ung fu-tzu o Confucio sebbene non sia una dottrina creata da lui poichè esisteva già prima di Confucio senza portarne il suo nome. Confucio stesso affermava "Non ho creato nulla di nuovo, vi trasmetto soltanto fedelmente la dottrina dei padri".

Indubbiamente Confucio con le sue opere e le sue parole ha dato un riassetto qualificante all'antico pensiero cinese e ne rimane la figura più rappresentativa lungo i secoli per cui questo filone di pensiero e di vita cinese porta giustamente il suo nome. Il Confucianesimo era la filosofia dell'organizzazione sociale, del senso comune e della conoscenza pratica, un sistema di istruzione con regole di comportamento sociale molto rigide che doveva dare una base etica al sistema familiare cinese tradizionale, una struttura molto complessa basata sui rituali del culto degli antenati.

Tutti riconoscevano al Confucianesimo un ruolo importante nell'educazione dei bambini che dovevano imparare le regole e le convenzioni necessarie per la vita nella società.

Confucio basò i suoi insegnamenti su antichi testi di pensiero filosofico, di rituali, di poesia, musica e storia chiamati "Sei Classici" e le sue idee personali invece divennero note grazie ad una raccolta di aforismi compilata dai suoi discepoli chiamata "Anacleta confuciana". Il Confucianesimo era razionale, maschile, attivo e dominatore (yang)

Citazione

"E' facile servire il saggio, ma è difficile accontentarlo". (Confucio)

Il Taoismo

Come l'Induismo e il Buddhismo, il Taoismo si interessa alla saggezza intuitiva piuttosto che al pensiero razionale. Secondo il pensiero taoista (che in questo non si discosta da quello confuciano) esiste un'armonia universale che lega tutti i livelli del cosmo: terra, uomo e cielo.

Tao significa "Via" ed il Taoismo è stato una via di liberazione per i cinesi dalle rigide regole delle convenzioni: una via di liberazione che può essere assimilata all'Ottuplice Sentiero del Buddha o al Vedanta nell'Induismo.

I Taoisti consideravano il ragionamento logico come una parte artificiale dell'uomo insieme alle convenzioni sociali e le regole morali.

Una delle più importanti intuizioni dei Taoisti fu l'aver compreso che la trasformazione e il mutamento sono caratteristiche essenziali della natura. Essi interpretarono tutti questi mutamenti della natura come manifestazioni dell'interazione dinamica tra i poli opposti yin e yang e giunsero quindi alla conclusione che ogni coppia di opposti costituisce una relazione polare in cui ciascuno dei due poli è legato dinamicamente all'altro. Si può affermare che la relazione polare tra tutti gli opposti è la base del pensiero taoista.

Pertanto dall'idea che i movimenti del Tao sono una continua interazione tra opposti, i Taoisti dedussero due regole fondamentali:

  • ogni volta che si vuole ottenere una cosa bisogna iniziare dal suo opposto;
  • ogni volta che si vuole tenere una cosa bisogna accettare che in essa ci sia qualche cosa del suo opposto.

Il Saggio Taoista non lotta per il buono ma cerca di mantenere piuttosto un equilibrio dinamico tra buono e cattivo. Il concetto taoista di mutamento va inteso non come la conseguenza di una qualche forza ma come una tendenza innata di tutte le cose e in tutte le situazioni. La spontaneità è il principio di attività del Tao per cui per i Taoisti agire in armonia con la natura significa agire spontaneamente secondo la propria vera natura, aver fiducia nella propria intelligenza intuitiva che è innata nella mente umana così come le leggi del mutamento sono innate in tutte le cose che ci circondano.

Il Tao, la Via, è la realtà ultima, indefinibile e in quanto tale è l'equivalente del Brahman indù o del Dharmakaya buddhista.

L'obiettivo del Taoismo è quello di raggiungere la santità, lo stato di perfetta armonia con il mondo naturale, uno stato che si acquista uniformandosi ad esso tramite meditazione ed estasi, che permettono l'identificazione con il Tao. La natura non deve essere alterata dall'azione umana, e per questo il taoista pratica e predica il "non agire" ( wu wei ) in tutti i campi, non lasciandosi turbare né dai mutamenti, né dalla morte.

Il fondatore del Taoismo fu Lao-tzu il cui nome significa "Vecchio Maestro" al quale è attribuita la stesura di un breve libro di aforismi conosciuto in Occidente come Tao-te-ching - "Il LIbro della Vita e della Virtù".

Un altro importante libro taoista è Chuang-tzu, dal nome stesso del suo autore, che visse circa duecento anni dopo Lao-tzu.

Il Taoismo dava importanza a tutto ciò che era intuitivo, femminile, mistico e arrendevole (yin). Nella concezione cinese tutte le manifestazioni del Tao sono generate dall'interazione dinamica delle forze polari yin e yang: in origine questi due termini indicavano i fianchi in ombra e al sole di una montagna, immagine che rende bene l'idea della relatività dei due concetti. Yin oscuro, femminile, flessibile, sotto, Terra, buio, elemento materno, ricettivo, immobile; Yang luminoso, rigido, sopra, potere creativo, maschile, forte, associato al Cielo, movimento.

Il Carattere dinamico dello yin e dello yang è illustrato dall'antico simbolo cinese chiamato T'ai-chi T'u o "Diagramma della Realtà Ultima" che rappresenta la disposizione simmetrica dell'oscuro yin e del luminoso yang con una simmetria dinamica, rotazionale che richiama alla mente con estrema suggestione un movimento ciclico continuo. Lo yang ritorna ciclicamente alle sue origini, lo yin raggiunge il suo massimo e lascia il posto allo yang. Ogni volta che una delle due forze arriva al suo massimo, contiene già in sè stessa il seme del suo opposto.

Anche la Medicina Tradizionale Cinese è basata sull'equilibrio di yin e yang nel corpo umano e ogni malattia è vista come rottura di questo equilibrio. Il corpo è diviso in parti yin e yang e l'equilibrio di tutte queste parti è mantenuto da un flusso continuo di ch'i, o energia vitale.

Citazione

"Quando lo yang ha raggiunto il suo massimo, esso si ritrae in favore dello yin; quando lo yin ha raggiunto il suo massimo, esso si ritrae in favore dello yang". (WangCh'ung)

Lo Zen

Intorno al 1200 dopo Cristo la disciplina Ch'an che si era diffusa in Cina all'arrivo del Buddhismo, approdò in Giappone e prese qui il nome di Zen. Ne deriva pertanto che lo Zen è una mescolanza singolare di filosofie e culture differenti: indiana, cinese e giapponese.

Nella sua essenza lo Zen è prettamente Buddhista perchè ha lo scopo di raggiungere l'illuminazione, esperienza che è chiamata satori.

Più di qualsiasi altra scuola orientale lo Zen è convinto che le parole non possono mai esprimere la verità ultima (forse questa convizione è stata ereditata dal Taoismo).

Lo Zen è profondamente mistico nonostante sottolinei gli aspetti pratici della vita rispecchiando quindi un modo di vita tipicamente giapponese. Vivendo interamente nel presente e prestando piena attenzione alle attività quotidiane chi ha raggiunto il satori sente il prodigio e il mistero della vita in ogni singolo atto. La perfezione dello Zen consiste quindi nel vivere la propria vita quotidiana in maniera naturale e spontanea.

Il grande rilievo che lo Zen dà alla naturalezza e alla spontaneità ne rivela la chiara matrice taoista ma alla sua base c'è un elemento rigorosamente buddhista che è la convinzione che la nostra natura originaria sia perfetta e che il processo di illuminazione consista semplicemente nel diventare ciò che già siamo fin dall'inizio.

In Giappone attualmente esistono due scuole Zen che si differenziano per il loro metodo di insegnamento:

  • la scuola Rinzai o del "cambiamento improvviso" ovvero dell'improvvisa illuminazione
  • la scuola Soto o "graduale" che evita metodi d'urto e mira alla maturazione graduale dell'allievo
zen

Poichè lo Zen afferma che l'illuminazione si manifesta nel quotidiano, esso ha avuto un'enorme influenza su tutti gli aspetti del modo di vita giapponese tradizionale. Tutte le attività atte a condurre al satori vengono chiamate do (tao - via) e servono a far conoscere l'esperienza Zen e possono essere usate per preparare la mente e per metterla in contatto con la realtà ultima. Tra queste le arti della pittura, la cerimonia del tè, lo shodo (arte della calligrafia), la progettazione dei giardini, il tiro con l'arco, lo judo, la spada. Tutte queste arti sono l'espressione della spontaneità e della semplicità della vita Zen.

Il Cristianesimo

 

Il Cristianesimo nasce circa duemila anni fa in Israele in seguito alla predicazione di un ebreo, Gesù di Nazareth, che auspicava l'avvento del regno di Dio e cioè di un mondo in cui si doveva realizzare la volontà di Dio, l'amore tra tutti gli uomini e il rispetto della giustizia. In attesa di instaurare il suo regno, Dio concedeva il perdono a tutti i peccatori che si convertivano e che a loro volta perdonavano a coloro che avevano fatto loro del male. Nel giudizio universale finale Dio avrebbe punito tutti i malvagi, ma soprattutto quelli che avevano oppresso i poveri, commesso ingiustizie e perseguitato i giusti.

Gesù fu ucciso mediante crocifissione dai Romani ed immediatamente dopo la sua morte i suoi più fedeli discepoli ebbero sconvolgenti apparizioni e credettero alla sua risurrezione: da ciò scaturì un'attivissima predicazione che in pochi decenni si irradiò in molte parti del mondo antico. I discepoli di Gesù Cristo scrissero i Vangeli, considerati testi sacri di questa religione, dai quali emergono numerosi episodi di miracoli, compiuti da Gesù, di guarigione attraverso l'imposizione delle mani, proprio come faceva il Buddha.

Nonostante momenti di persecuzione da parte delle autorità politiche, il Cristianesimo si diffuse nei secoli successivi fino ad ottenere un appoggio da parte dell'impero romano sotto l'imperatore Costantino.

 

Cristolibro

Dalla metà del IV secolo alla metà del VI secolo si attuò la progressiva cristianizzazione dell'impero romano.

Nel VII secolo una nuova religione, l'Islam, nata nella penisola arabica, si diffuse rapidamente in territori che per secoli erano stati cristiani, come ad esempio tutta l'Africa del Nord. Ma il Cristianesimo continuò la sua diffusione soprattutto in Europa, ma anche in altre parti dell'Africa e dell'Asia.

Attualmente non esiste una sola forma di Cristianesimo. Pur essendo una religione unitaria, perché unita dalla fede in Gesù Cristo, il Cristianesimo si presenta, infatti, suddiviso in quattro grandi gruppi di chiese principali:

  • le chiese ortodosse di Costantinopoli e di Mosca;
  • la chiesa cattolica;
  • le chiese orientali (come, ad esempio, la chiesa apostolica armena che risale al III secolo e quella copta);
  • le chiese protestanti nate da una scissione all'interno della chiesa cattolica all'inizio del XVI secolo.

Il Cristianesimo è una religione monoteista, come l' Ebraismo da cui è sorto.

I cristiani infatti credono che esista un solo Dio. Egli è il creatore dell'universo e tutto gli è sottomesso. Dio non solo domina il creato, ma anche interviene nella storia e la guida orientandola verso un fine futuro positivo. Dio fa conoscere la sua volontà mediante rivelazioni trasmesse dai profeti i quali provvedono anche a scriverla in libri che costituiscono la Bibbia il principale testo sacro di questa religione.

Secondo il Cristianesimo, Dio, pur essendo uno solo, possiede tuttavia una dinamica interna che si manifesta in tre persone divine che non sono altro che l'unico Dio. È la dottrina della Trinità o Mistero Trinitario che ritiene che l'unico Dio si manifesti nella persona del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.

Segue il Mistero Cristico, ovvero la fede nella doppia natura, umana e divina, di Cristo: Gesù, pur essendo un uomo vero, nato dalla Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, era anche veramente Dio. Per secoli i cristiani hanno discusso questa dottrina e molte delle loro divergenze dottrinali possono essere ricondotte alle difficoltà nel mettere d'accordo l'umanità di Gesù Cristo con la sua divinità.

Tali verità sono di fede, ossia non guadagnabili alla ragione mediante una dimostrazione scientifica o filosofica ragionata, ossia non sono nel dominio della necessità e della ragione, ma di una libera scelta di credere.

La rivelazione di Dio ha un contenuto essenzialmente morale che si riassume nei Dieci Comandamenti contenuti nell'Antico Testamento. L'adorazione di un solo Dio e l'amore del prossimo sono spesso presentati come la sintesi cristiana di questi precetti. Il Cristianesimo, tuttavia, non incita solo gli uomini ad obbedire alla volontà di Dio spingendoli ad amare il prossimo con tutte le proprie forze. Insiste anche sul principio secondo il quale bisogna invocare da Dio la forza di compiere il bene. Solo la grazia di Dio rende l'uomo capace di compiere veramente il bene. In genere tutte le forme di Cristianesimo affermano la libertà dell'uomo e la capacità della sua volontà di compiere il bene, ma non sono mancate concezioni pessimistiche sulla effettiva possibilità degli uomini di dominare le inclinazioni malvagie della natura umana.

Il principio dell'unicità di Dio, della bontà della creazione e dell'amore verso tutti gli uomini porta il Cristianesimo all'idea dell'uguaglianza tra tutti gli uomini.

Lo scopo della vita dell'uomo, secondo il Cristianesimo, è di partecipare alla vita stessa di Dio. L'uomo non termina il suo destino con la sua morte naturale; egli è destinato ad unirsi con Dio dopo la morte in una condizione di felicità eterna. La possibilità di partecipare alla futura vita divina è subordinata ad un giudizio di Dio che riassume tutta l'intera vita di ogni uomo. Il Cristianesimo ha sempre sostenuto che accanto al premio della felicità eterna sussiste anche la possibilità di una condanna eterna da parte di Dio.

I Testi sacri del Cristianesimo sono:

  • la Bibbia (o Sacre Scritture, Antico e Nuovo Testamento);
  • L'Antico Testamento, è in comune con l'ebraismo, è detto anche Bibbia ebraica, e comprende il Pentateuco (la Torah ebraica, ovvero la Genesi , l' Esodo , il Levitico , i Numeri e il Deuteronomio ), gli scritti dei profeti ( Giudici , Re , ecc.), ed altri scritti sempre di tradizione ebraica.
    E' considerato dalla Chiesa cattolica come il periodo precedente alla venuta di Cristo.
  • Il Nuovo Testamento, redatto in lingua greca, comprende i Vangeli , gli Atti degli Apostoli , Le Lettere apostoliche e l' Apocalisse di Giovanni. Questi testi rappresentano la vita e le opere di Cristo e dei suoi discepoli.
  • Diversamente dai Protestanti, i quali seguono il precetto luterano del solus scriptura e quindi la libera interpretazione dei testi sacri, riconoscendo la scrittura divina come unica guida, i cattolici fanno riferimento per la fede a un insieme sistematico di precetti e interpretazioni ufficiali dettati dalla Santa Chiesa.

I Dieci Comandamenti

Sono, secondo l'Antico Testamento, le regole scritte sulle tavole della legge date da Dio a Mosè sul Monte Sinai (vengono anche chiamati Decalogo). Di seguito li leggiamo nella versione usata, soprattutta dai cattolici e dai luterani, a scopo catechetico per renderne più facile la memorizzazione:

Io sono il Signore Dio tuo:

  1. Non avrai altro Dio fuori di me.

  2. Non nominare il nome di Dio invano.

  3. Ricordati di santificare le feste.

  4. Onora il padre e la madre.

  5. Non uccidere.

  6. Non commettere atti impuri.

  7. Non rubare.

  8. Non dire falsa testimonianza.

  9. Non desiderare la donna d'altri.

  10. Non desiderare la roba d'altri.

Cristo

Citazione

"Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio". (Cesare Pavese)

Un mio pensiero

Appena trasferita in Alto Adige mi ha colpito un modo di salutare dei tedeschi, specialmente quando ci si incontra in montagna: salutano, conosciuti e sconosciuti, con la parola "Grűssgott" che letteralmente significa "saluto Dio". Mi è piaciuta molto; trovo sia bello riconoscere Dio nel nostro prossimo e in noi stessi. Probabilmente il Mistero Cristico (la natura duale di Gesù, divina ed umana) è molto meno misterioso di quanto pensiamo: i discepoli chiamavano Cristo "Rabbi" che significa Maestro............... non si tratterà semplicemente di riconoscerci come Dio di noi stessi, come Maestri di noi stessi, ritrovando la nostra vera Essenza ...........?..............

 

Reiki non ha scopi ideologici o politici, non si pone in contrasto nè pretende di sostituirsi ad alcun tipo di confessione religiosa o di terapia medico-sanitaria.