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L'Antroposofia di Rudolf Steiner
Rudolf Steiner (1861- 1925) è un filosofo, esoterista e pedagogista austriaco; fondatore dell'Antroposofia e di un personale stile pedagogico (Waldorf), oltre che l'ispiratore dell'agricolgura biodinamica.
La parola "Antroposofia" deriva dalle radici greche anthropo (uomo) e sophia (conoscenza), da cui il suo sifnificato "conoscenza dell'uomo".
Steiner credeva nella possibilità di unire la chiarezza del pensiero scientifico moderno con la consapevolezza di un mondo spirituale che è presente in tutte le esperienze religiose e mistiche.
Nell'antroposofia l'attività artistica è considerata un ponte tra scienza e religione, tra realtà materiali e spirituali, capace di dare vita a forme di conoscenza superiore, il cui scopo è di raggiungere livelli di consapevolezza più alti tramite la concentrazione, la meditazione e la contemplazione.
L'antroposofia incoraggia un pensiero chiaro e libero, e lo sviluppo della coscienza umana oltre i sensi materiali. Incoraggia anche l'espressione artistica delle proprie percezioni. Steiner la definì come "una via di conoscenza che porta lo Spirituale nell'essere umano verso lo Spirituale nell'universo".
Il suo concetto di uomo include l'idea che l'uomo è vissuto sulla Terra dalla sua creazione, sebbene nella sua forma spirituale. Questa forma spirituale è poi trasformata attraverso un certo numero di stadi per raggiungere la forma attuale, stadi che inclusero l'emanazione di esseri inferiori come animali e piante. Così ogni cosa vivente è evoluta dall'umanità (benché "l'umanità" qui non è vista nel suo senso comune, ma include le sue prime forme spirituali).
Steiner credeva che ogni fenomeno potesse essere descritto da vari punti di vista. Le sue descrizioni della natura dell'essere umano includono una visione tripla, quadrupla e settupla. Consigliava di osservare ogni questione da varie prospettive ed esplicitò dodici visioni del mondo e religioni mondiali, tutte egualmente valide, che potessero essere usate in ogni situazione.
Nell'articolazione triplice, l'essere umano è visto come composto da Corpo, Anima e Spirito.
- Il Corpo contiene l'io fisico, le forze e i processi vitali, e le strutture fisiche della coscienza
- L'Anima si incarna in un corpo e poi fuori da esso di nuovo in una esistenza spirituale
- Lo Spirito congiunge le vite terrene tra di loro e con il mondo spirituale; questo Spirito è eterno e creativo.
Gli antroposofi hanno anche una visione quadruplice, che Steiner amplia molto frequentemente e la mette in uso pratico in argomenti come la medicina e l'educazione dei bambini:
- il corpo fisico
- il corpo eterico
- il corpo astrale
- l'"Io" dell'essere umano
La descrizione di Steiner dell' Essere Umano consistente di sette parti intimamente connesse, iniziando dal livello materiale e arrivando fino ai livelli spirituali - molti dei quali sono ancora in sviluppo - è simile a quella trovata in Teosofia. Ci sono tre organizzazioni stabili - corpo fisico, vita e coscienza - poi l'ego o "io" e tre componenti spirituali - coscienza spirituale, vita spirituale e io spirituale - che assieme cositituiscono i sette livelli. Questa visione è spiegata a fondo in molti scritti e conferenze di Steiner, in particolare nei suoi libri "Teosofia", e "La Scienza Occulta nelle sue linee generali".
Citazione
"L'antroposofia è una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell'uomo allo spirituale che è nell'universo. Sorge nell'uomo come una necessità del cuore, della vita del sentimento, e può essere pienamente giustificata se soddisfa questo bisogno interiore". (Rudolf Steiner)
La Pedagogia Waldorf o Pedagogia Steineriana
La Pedagogia Waldorf prende nome dalla scuola voluta da Emil Molt, direttore della fabbrica di sigarette Waldorf-Astoria di Stoccarda per i figli degli operai. La scuola Waldorf aprì le porte nel settembre del 1919 con circa 250 alunni e dodici insegnanti, sotto la conduzione pedagogica di Rudolf Steiner. Oggi ci sono centinaia di scuole in tutto il mondo che si ispirano ad essa.
Steiner cercò di indicare come dar vita a una pedagogia capace di risvegliare ciò che è nascosto nel bambino e che egli porta con sè dal mondo spirituale, anziché costringerlo a imparare controvoglia ciò che non gli corrisponde e che non trova in lui alcuna risonanza. La possibilità di risvegliare entusiasmo negli alunni per Steiner dipende dalla capacità dell'insegnante di sperimentare consapevolmente la dimensione spirituale attraverso un rigoroso cammino di autoeducazione, che gli permetta di far fluire in modo artistico i contenuti dell'insegnamento nel rapporto educativo con le individualità che gli sono state affidate.
La pedagogia steineriana si fonda pertanto sull'osservazione in assenza di giudizio del bambino e sull'autoeducazione dell'insegnante (o del genitore).
La capacità di discernimento, le possibiltà di analisi dell'esistente coinvolgono si la razionalità e il ragionamento ma fanno appello anche ad altre forze: l'empatia, l'intelligenza emotiva, la forza di volontà e il sentire del cuore.
Si tratta di forze dell'Anima insite in ognuno di noi. Non è prassi comune appellarsi a queste forze perchè pochi di noi hanno avuto la fortuna di essere educati a riconoscerle ma ciò non toglie che si tratti di forze molto ben riconoscibili ad uno sguardo che vuole farsi aperto, acuto e attento. Si tratta semplicemente di scoprire un lato della nostra esistenza che normalmente è addormentato dentro noi stessi.
Le scuole steineriane seguono il modello pedagogico di Steiner che si basa sull'utilizzo della percezione dei dodici sensi per accedere all'apprendimento cosciente. Per ottenere questo scopo sono largamente usate tutte le arti.
Compito dei sensi è quello di comunicare l’esistenza e le caratteristiche delle realtà che si percepiscono, sia interne che esterne a noi.
Per Rudolf Steiner i sensi sono 12, suddivisi in 3 categorie.
- I quattro sensi corporei (o inferiori), ovvero i sensi legati alla corporeità, connessi con la volontà e
che permettono la percezione della propria interiorità. Essi sono: tatto, vita, movimento, equilibrio;
- I quattro sensi animici (o intermedi), ovvero i sensi che governano gli aspetti legati all'anima, connessi col sentimento e che permettono la percezione del mondo esterno. Essi sono: olfatto, gusto, vista, calore;
- I quattro sensi spirituali (o superiori), detti anche sensi sociali, rivolti alla connessione dell'uomo alla sfera spirituale, connessi col pensiero e che permettono la percezione dell’interiorità altrui. Essi sono: udito (suono), linguaggio, persiero, senso dell'io.
Caratteristiche principali dei 12 sensi ( a cura di Maria Angela Padoa Schioppa)
I sensi corporei
Permettono di percepire la propria interiorità, sono sensi dinamici che interessano la sfera della volontà.
Senso del TATTO
Ha il compito di far percepire i propri confini, la propria corporeità, la propria forma. La sua sede corporea si trova nella pelle, nelle mucose.
Si trova in stretta correlazione con altri sensi: il senso del calore, del movimento, dell’equilibrio, della vita.
Alla base della sensibilità termica, cutanea, dolorosa ecc. c’è sempre una stimolazione tattile.
Per un esame neurologico delle sensazioni esterocettive (sensazione di dolore, sensazione termica) e propriocettive (sensazione di movimento, di vibrazione, di pressione, di posizione) si parte sempre dalla stimolazione tattile.
Il tatto è in rapporto con la sensualità, e la sessualità e con la nutrizione (preparazione dei cibi ecc.).
Nella prima infanzia attraverso il tatto il bambino sviluppa, un’importantissima coscienza fisica di sé.
Metamorfosi: sviluppare bene il senso del tatto nell’infanzia permette di avere nell’età adulta un senso per le verità spirituali che operano nel mondo.
Senso della VITA
Ha la funzione di dare informazioni generali sul proprio organismo, sul proprio benessere o malessere, sulle proprie sensazioni di dolore, stanchezza, energia ecc.
La scienza medica ufficiale lo chiama "cenestesi".
È collegato col senso del tatto, del movimento, dell’equilibrio.
È in stretto rapporto con l’aria e con il respiro.
Quando è in difficoltà il senso della vita, manca l’aria, fino alla situazione estrema dello svenimento.
La disfunzione del senso della vita può portare a disturbi psicosomatici, a varie forme di nevrosi, (di origine cardiaca, intestinale, gastrica ecc.) fino a forme di disagio psichico, stati di ansia o di panico, in cui non si capisce più il senso delle cose.
Metamorfosi: se viene sviluppato bene nell’infanzia nell’età adulta dà origine alla fiducia e
alla compassione.
Senso del MOVIMENTO
Noi conosciamo tre tipi di movimenti: 1)i movimenti intenzionali, 2)i movimenti passivi (essere trasportati da qualcosa), 3)i movimenti vitali interni (per esempio la respirazione).
Per compiere i movimenti intenzionali occorrono i muscoli e lo scheletro.
I movimenti intenzionali sono connessi con l’intenzione di compiere un’azione. Per compiere un’azione ho bisogno di tre fattori:
a)il programma di movimento connesso con quell’azione (sfera del pensare),
b)l’affinità con quel programma (sfera del sentire),
c)la volontà di compiere il movimento (sfera del volere).
I movimenti interni. Il senso del movimento riguarda anche tutti i movimenti propri dei sette processi vitali (respirazione, termoregolazione, nutrizione, secrezione, mantenimento, crescita, riproduzione). La fisiologia ha studiato il fenomeno della omeostasi per cui nell’organismo umano c’è una continua attività di movimento interno preposta a riequilibrare continuamente gli squilibri chimici, fisici, batterici, psichici, che avvengono in noi durante la giornata. Si può far rientrare nei movimenti interni anche la immunologia, l’adattamento enzimatico, le reazioni allo stress ecc.
Il senso del movimento è connesso col senso della vita, della vista, del tatto, dell’equilibrio.
Senso del movimento e senso dell’equilibrio sono fra loro interdipendenti: l’uno è la contrapposizione dell’altro: ogni movimento rompe l’equilibrio statico che c’è subito prima che si compia quel movimento.
Metamorfosi: se viene sviluppato bene nell’infanzia nell’età adulta dà origine al senso del karma, cioè l’avere coscienza che quello che accade nella propria vita non è casuale ma è strettamente legato alla biografia anche delle proprie vite precedenti.
L’euritmia è un ottimo mezzo per sviluppare bene il senso del movimento. I movimenti nell’euritmia devono essere compiuti in maniera oggettiva. Facendo euritmia si sperimentano movimenti che sono sottratti all’egoità ed entrano nella sfera dell’obiettività.
Senso dell’EQUILIBRIO
L’organo fisico che serve per la percezione dell’equilibrio si trova nella parte destra e sinistra del capo in prossimità dell’orecchio interno. È costituito da tre canali semicircolari legati a un utricolo e a un sacculo.
Il senso dell’equilibrio lavora per mantenere il corpo nella giusta posizione, nelle tre dimensioni dello spazio (alto/basso, destra/sinistra, davanti/dietro) in relazione alla gravità. Io sono in equilibrio quando ho una percezione sensoria interiore di quiete e una percezione spaziale completa di tutto ciò che mi circonda in tre dimensioni. Se mi trovo in cima a un grattacielo o su una montagna, non ho la sensazione delle pareti intorno a me, e allora perdo facilmente il senso dell’equilibrio.
L’equilibrio è in stretto collegamento con il senso della vista, del movimento e dell’udito.
In euritmia ci sono molti esercizi che hanno a che fare con la ricerca dell’equilibrio: – nelle tre dimensioni (eseguendo per esempio il passo tripartito anche con il movimento delle braccia) – nella dimensione verticale (eseguendo esercizi con la polarità alto/basso:) e –nella dimensione orizzontale (lavorando per esempio sull’otto in orizzontale con la polarità destra/sinistra).
La metamorfosi del senso dell’equilibrio è la coscienza sociale, cioè accettare che ognuno veda le cose dal suo punto di vista, che spesso è diverso dal proprio.
I disturbi dell’equilibrio portano a diversi tipi di patologie: l’atassia (non coordinamento nelle azioni muscolari, incapacità di mantenere una postura), la vertigine, l’atetosi (movimenti involontari e bizzarri), la dismetria (mancanza di controllo dei movimenti volontari, dovuta a disfunzioni neurologiche).
Modi di dire: fare il passo più lungo della gamba, perdere la bussola, essere una palla al piede, andare con i piedi di piombo, essere una persona con i piedi per terra, essere nelle nuvole, mi manca la terra sotto i piedi, quella vicenda mi ha scombussolato, essere una persona equilibrata, fare un bilancio fra i pro e i contro.
I sensi animici
Permettono di percepire il mondo circostante, sono sensi che hanno a che fare con la sfera del sentimento.
Senso dell’ODORATO
Ha la sua sede corporea nel naso. E’ legato all’elemento dell’aria. E’collegato con il respiro (infatti mentre si respira si annusa).
Nell’uomo la parte del cervello preposta all’odorato è molto piccola, mentre in molti animali è grande. Negli animali il fiuto ha un ruolo molto importante per la sopravvivenza, è un autentico strumento conoscitivo.
Non ci sono parole precise, nell’uso comune, che possano indicare le qualità dell’odorato, come ci sono invece per il gusto (dolce, amaro ecc.).
È significativo che attraverso il respiro gli odori e i profumi entrino dentro all’uomo.
Ha una posizione di confine fra esteriorità e interiorità, fra anima senziente e anima cosciente, fra volontà e sentimento.
La forza seducente del profumo. L’aromaterapia.
L’odorato, come il gusto, può essere soggetto a forti polarità: dall’ebbrezza di un profumo alla nausea di un odore acre.
Insieme al calore e al tatto, l’odorato è molto attivo nel processo sessuale.
Metamorfosi: se sviluppato bene nell’infanzia, nell’età adulta si trasforma nello sviluppo dell’anima cosciente. L’odorato è connesso con il giudizio morale, è associato a qualità morali.
L’odore di qualcosa ci riporta immediatamente alla memoria di esperienze anche lontanissime: dà l’apertura a strati profondi della nostra coscienza, non facilmente conoscibili.
Senso del GUSTO
Ha la sua sede corporea nella bocca. Ha molte caratteristiche comuni all’odorato.
Ambedue si alterano quando si è raffreddati. Ambedue sono sensi conoscitivi che danno informazioni sulla realtà delle cose, mediante sensazioni di piacere o sgradevolezza ecc.
Il gusto è connesso con il nutrirsi. Il momento del nutrirsi durante i pasti è un momento importante sotto molti punti di vista, e rivela lo stile, le tradizioni, e la mentalità delle persone. Si può mangiare come un animale o con molta raffinatezza. Si può vivere il pranzo comunitario come una celebrazione (pranzo di Babette) e come un simbolo di comunione fra le persone, o di convivialità ecc.
Metamorfosi: nel gusto ha le sue radici l’anima razionale.
Senso della VISTA
Ha la sua sede corporea nell’occhio. L’occhio è un organo complesso, perché complessa è la rielaborazione che compie il cervello dell’immagine percepita dall’occhio.
Il senso della vista si può accomunare al tatto. I ciechi vedono per mezzo del tatto (alfabeto brail). Ci si aiuta col tatto là dove la vista non funziona.
C’è differenza fra vedere e guardare. Fra sentimento e conoscenza. Il processo visivo genera una impressione che riguarda sia la sfera del sentimento sia quella conoscitiva del pensiero. Luce e conoscenza sono quasi sinonimi, così come lo sono tenebra e non conoscenza. Nella lettura è evidente la connessione fra l’attività visiva e quella conoscitiva del pensare.
Si può dire che l’uomo tripartito (testa, tronco, membra – pensare, sentire, volere) possiede
un occhio in ciascuna delle tre parti.
Metamorfosi: nell’occhio ha le sue radici l’anima senziente.
Senso del CALORE
Ha la sua sede corporea nelle terminazioni nervose che scorrono in tutta la pelle. Ma tutto l’uomo è un organo di senso, riguardo al calore.
Ha una forte relazione con molti altri sensi: con il senso del movimento, del tatto, della vita.
Si può percepire caldo o freddo anche nella voce o nel suono o nel colore.
Ogni persona ha una sua impronta calorica individuale e diversa dagli altri. E in senso figurato ci sono caratteri più calorosi e altri più freddi.
Per la crescita fisica sono importanti le calorie ingerite attraverso la nutrizione e per lo sviluppo complessivo del bambino sono importanti il calore umano e affettivo con cui è accolto e accompagnato nella crescita.
L’uomo, come tutti gli animali a sangue caldo, è dotato della facoltà della omeotermia che gli permette di mantenere costante la temperatura interna del corpo indipendentemente dalla temperatura dell’ambiente esterno, mediante il fenomeno della termoregolazione. Il tutto avviene entro certi limiti, superati i quali subentrano dei disturbi quali congelamento, ustioni, assideramento, soffocamento ecc.
I sensi spirituali
Permettono di percepire l’interiorità altrui, sono sensi che hanno a che fare con la sfera del pensiero.
Senso dell’UDITO
La sua sede corporea è l’orecchio. L’anatomia dell’orecchio è complessa, la sua costituzione è tripartita: orecchio esterno, medio e interno.
Steiner dice che l’orecchio è creato dal suono (dal mondo spirituale dei suoni), per poter ricevere il suono. Così come l’occhio è creato dalla luce per percepire la luce.
Il mondo spirituale ha creato degli organi tali che siano in grado di riceverne le sue qualità. Il fatto che l’orecchio interno abbia la forma di una spirale sta a indicare che nell’orecchio si imprime fisicamente qualcosa del mondo spirituale.
L’udito percepisce (mediante il suono) la natura e la qualità propria dei corpi, la loro individualità. Posso capire la qualità di un corpo da come risuona (esempio: distinguere se un bicchiere è di cristallo o se una moneta è vera o falsa). L’udito percepisce anche, dal tono di voce, la disposizione d’animo di una persona.
L’ascolto della musica, nell’esperienza musicale connessa anche con la danza, coinvolge tutto l’uomo nei suoi elementi costitutivi: il sistema neurosensoriale, il sistema ritmico e il sistema delle membra.
La stazione eretta dell’uomo e la capacità di orientarsi nelle tre dimensioni dello spazio sono possibili anche grazie ai canali semicircolari dell’orecchio che sono connessi con il senso dell’equilibrio.
L’udito si trova al limite fra la realtà terrestre e la realtà cosmico spirituale, fra l’inserimento nella materia (orientamento nelle tre dimensioni dello spazio) e la capacità di collegarsi al mondo spirituale (per esempio attraverso l’esperienza musicale).
Espressioni nel linguaggio: essere tutto orecchi, chi ha orecchi per intendere intenda, raggiungere una con-sonanza o avere una dis-sonanza con un’altra persona.
Caratteristiche comuni dei tre sensi più propriamente spirituali: senso del linguaggio, senso del pensiero e senso dell’Io.
Il senso del linguaggio insieme al senso del pensiero e al senso dell’Io sono propri solo dell’uomo e non si trovano nel mondo animale.
Questi tre sensi permettono di mettersi in relazione con le persone che ci attorniano.
Tutti e tre riguardano la percezione dell’interiorità altrui.
Perché sono detti sensi spiriuali? Provo a esprimerlo.
Sono chiamati sensi spirituali perché portano in sé delle facoltà potenziali che possono essere più o meno sviluppate a seconda delle qualità del proprio percorso evolutivo. I sensi spirituali hanno qualcosa in comune con le tre forme di conoscenza soprasensibile di cui parla Steiner – immaginazione, ispirazione, intuizione – perché anche quelle, come questi sensi, sono facoltà potenziali che l’uomo ha in sé e che nel suo cammino terreno può gradualmente sviluppare.
Sono connessi con la vera conoscenza dell’altro che Steiner dice essere il fondamento essenziale per un approccio radicalmente nuovo alla questione sociale, nei tempi futuri.
Steiner ne parla nel ciclo di conferenze Esigenze sociali per tempi nuovi.
Tali sensi si sviluppano imparando ad assumere specifici atteggiamenti nel rapporto con il prossimo. Con il senso del linguaggio si può imparare a realizzare un vero ascolto cercando di cogliere l’anima che si rivela nelle parole dell’altro. Con il senso del pensiero si può imparare a capire il pensiero profondo che c’è nell’altro fino a cogliere, con il senso dell’Io, il vero Io dell’altro.
Senso del LINGUAGGIO o della PAROLA
La sua sede corporea è la laringe. La matrice spirituale della laringe – come organo che produce il suono articolato – è la Parola cosmica.
Il senso del linguaggio è connesso con il senso dell’udito, della vista e del movimento.
L’insieme orecchio-laringe è come un occhio metamorfosato. Si può parlare con gli occhi.
Si può con gli occhi ricevere immagini e poi trasmettere emozioni e pensieri.
Si parla di linguaggio visivo per i sordi.
Il contenuto dei suoni articolati è avvertibile non solo per mezzo del linguaggio, ma anche attraverso il gesto, la mimica, la scrittura e il canto.
Qual è la facoltà potenziale del senso del linguaggio? O in altri termini qual’è la meta evolutiva spirituale del senso del linguaggio?
È quella di saper sviluppare un vero ascolto delle parole espresse nel linguaggio altrui, così da riuscire a cogliere l’anima che si rivela nelle parole dell’altro.
Senso del PENSIERO
I pensieri sono indipendenti dalla lingua in cui sono espressi, uno stesso pensiero può essere espresso in tante diverse lingue. La lingua è solo un mezzo per esprimere un pensiero. Il pensiero ha un carattere universalmente umano.
L’organo fisico in cui si svolge il senso del pensiero è il cervello.
Il senso del pensiero è strettamente collegato al senso della vista, dell’udito e del linguaggio.
Si usa per conoscere la realtà che si percepisce con gli altri sensi.
È la elaborazione di quello che l’uomo percepisce attraverso il sistema neurosensoriale.
L’uomo percepisce il mondo esterno, e attraverso il senso del pensiero se ne forma dei concetti. Pensare è collegare, approfondire, confrontare, definire le cose percepite del mondo esterno.
C’è una polarità fra i sensi corporei e i sensi spirituali, come fra sonno e veglia, fra noncoscienza e coscienza, fra vita fisica e vita spirituale. Sensi corporei e sensi spirituali non possono lavorare al massimo nello stesso momento (dopo una forte mangiata si riesce a pensare poco).
Il senso del pensiero è collegato col senso della vita. Entrambi colgono l’essenza e non in particolare dell’oggetto che percepiscono. Il senso della vita percepisce la totalità del proprio benessere o malessere e non il particolare stato di un organo, così come il pensiero coglie l’essenza di una cosa, e non i particolari.
Qual è la facoltà potenziale o la meta evolutiva del senso del pensiero? È la capacità di saper comprendere il pensiero profondo che c’è nell’altro anche al di là delle parole che pronuncia o anche se la persona non sa esprimere a parole il proprio pensiero profondo.
(Mi viene in mente per esempio il lavoro di comprensione di un analista nei riguardi del proprio paziente, che spesso va molto oltre le parole che il paziente stesso sa esprimere).
Senso dell’IO
L’organo percettivo del senso dell’Io è l’intera persona umana. Nello sviluppo evolutivo dell’essere umano in senso dell’Io è l’ultimo a essere comparso, è il più giovane, il più recente. Se per Io si intende la coscienza di sé e dell’altro, sappiamo che tale coscienza è appena entrata a far parte dell’essere umano, è la conquista più recente nella storia evolutiva dell’uomo.
L’intervento dell’Io – dice Marcello Carosi – si stabilisce secondo due direzioni opposte: o come punto di arrivo, a seguito dell’attività dei sensi in cui l’Io prende coscienza di qualcosa – e questo è il processo di apprendimento – oppure come punto di partenza di decisioni coscienti, in cui l’Io svolge la sua funzione stimolatrice e responsabile della scelta fatta, servendosi dell’attività dei sensi e stimolando il loro intervento.
Qual è la facoltà potenziale o la meta evolutiva spirituale del senso dell’Io?
È la possibilità di percepire l’Io altrui, i suoi pensieri, la sua interiorità.
Questa possibilità può verificarsi solo grazie all’assopimento, per una frazione di secondo, del proprio Io per potersi immergere nell’Io dell’altro.
L’uomo, dice Steiner, – nel processo di conoscenza dell’Io altrui – vive un alternarsi di simpatia e antipatia, dedizione e difesa interiore, assopimento e risveglio. La percezione dell’altro, come processo conoscitivo, è la metamorfosi di un proprio processo volitivo dormiente.
In altre parole, per poter capire o conoscere veramente l’Io dell’altro occorre che una persona sia in grado di mettere momentaneamente da parte il proprio Io, per immergersi nelle caratteristiche profonde e nelle diversità dell’altro. E questa è un’esperienza che, almeno in parte, ciascuno fa quotidianamente nel rapportarsi agli altri, anche se più o meno coscientemente.
In questo alternarsi fra l’addormentarsi – nell’istante di apertura all’altro – e il risvegliarsi – nel momento in cui si ritorna in sé stessi – c’è l’elemento primordiale del vivere sociale degli uomini.
Citazione
"Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita, dalla vita stessa". (Rudolf Steiner)
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